lunedì 20 settembre 2010

Attacco a Haltestelle - Epilogo

E così ecco l'epilogo, l'ultimo atto di questa battaglia, che così tanti articoli mi ha fatto scrivere. 

Fare una battaglia con una storia è qualcosa di molto diverso dal vedersi per una partita. Serve molta più preparazione, ma la soddisfazione finale che se ne ricava è direttamente proporzionale. 
Non sò quando mi dedicherò alla prossima partita narrativa, o che forma avrà... ma di certo lo farò di nuovo. 

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Muhad il Giovane osservava le operazioni di carico della nave. Gli scheletri guerrieri erano in fila, immobili e ordinati, disciplinati nella morte come lo erano stati in vita.

Un rumore di passi alle sue spalle attirò la sua attenzione, quindi si inchinò quando la possente sagoma di Akenon l'Antico, suo Signore, si fermò accanto a lui. L'antico monarca osservò il suo esercito, che si era lentamente ma inesorabilmente riformato, e ora attendeva di salire sulle navi che li avrebbero riportati alle loro dimore sepolcrali.

"Giovane Sacerdote, tra quanto partiremo?"

Nella mente di Muhad si formò una protesta, subito taciuta dalla soggezione che provava per il suo sire. Aveva quasi 3000 anni, quindi l'appellativo di "Giovane" gli sembrava fuori luogo, ma di certo non avrebbe esternato questa opinione al suo Re.

"Le operazioni procedono bene mio Sire. Questa notte, quando si alzerà la marea, saremo pronti a partire. Una volta avviati, intoneremo le litanie del viaggio, e in pochi giorni saremo tornati."

"Eccellente. Non desidero fermarmi più del necessario in queste terre."

Muhad fece un cenno di assenso. Nel corso della battaglia sia il suo corpo che quello del suo maestro Ras Al Teph erano stati distrutti, solo per ricomporsi poco dopo, a battaglia finita. La loro immortalità era una maledizione dalla quale non sarebbero sfuggiti così facilmente.
Notando del movimento indicò al suo Re che stavano caricando l'Arca delle Anime, di nuovo integra, e il bottino della spedizione.
I Canopi erano in buono stato di conservazione, così come la maggior parte degli addobbi funebri. Alcune delle preziose gemme erano state trafugate nel corso dei secoli, ma Muhad non dubitava che tutto sarebbe stato recuperato.
Il tempo non era un problema per loro.

Una figura ansimante li raggiunse, Muhad riconobbe l'ambasciatore che gli aveva portato la proposta del Generale Lothar Von Ein.
L'uomo attese a lungo prima di parlare, in parte per deferenza ma sopratutto per riprendere fiato.
Alla fine Muhad lo invitò a parlare.

"Miei signori, vi porto un messaggio di Lothar Von Ein. Egli desidera ringraziarvi per l'aiuto che gli avete concesso, grazie a voi la parte aldilà del fiume è sotto il suo controllo. Egli vorrebbe offrirvi di collaborare ancora per finire assieme ciò che assieme abbiamo iniziato."

Muhad tradusse al suo Signore, il quale risposte brevemente.

"Il mio Signore ritiene di aver svolto la sua parte, e avendo ottenuto ciò per cui è venuto non ha motivo di proseguire questa battaglia."

L'ambasciatore fece per parlare, ma uno sguardo del Re lo ridusse al silenzio. Capiva perfettamente quando veniva congedato, per cui senza aggiungere altro si defilò.

Muhad osservò il vivente allontanarsi dopodiché si congedò anche lui per aiutare a dirigere i preparativi alla partenza.

Il tempo non era un problema, ma non vedeva motivo di sprecarlo.
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