venerdì 20 agosto 2010

Attacco a Haltestelle - Prologo

Ho accennato nel post precedente a una partita per cui ci stiamo preparando da un po'. E' una partita a quattro giocatori, ma la cosa più bella è che nell'organizzarla è sbocciata una storia, che si concretizzerà sul campo da battaglia. Badate, non ho nulla contro una battaglia fine a se stessa, ma una battaglia in cui i generali hanno un nome, le unità sono caratterizzate da degli aneddoti, i luoghi hanno dei nomi... beh è la stessa differenza tra il condire o meno il cibo. Quello che segue è il prologo a questa battaglia, nei prossimi giorni metterò le altre informazioni (scenario, mappa) e farò il possibile per fare un resoconto dettagliato della battaglia.

A voi.

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Il messo imperiale era visibilmente agitato.
L'uomo era al centro di una vasta sala, ma le dimensioni non servivano ad attutire la sensazione di oppressione.
Si guardò attorno nervosamente, nei muri c'erano delle alcove in cui intravedeva delle statue inquietanti, colossi alti il doppio di un uomo con le fattezze degli animali del deserto, impugnavano enormi armi tirate a lucido, che sembravano tutt'altro che decorative.

Deglutendo si disse che non doveva temere, era un messaggero, e anche in queste terre dimenticate da Sigmar era al sicuro.
O almeno questo si ripeteva mentre attendeva all'interno del Sepolcro del Re non morto Akenon, a cui aveva riportato la proposta del suo Signore.

La grande porta in fondo alla sala si aprì quel tanto che bastava a far passare l'esile figura del Sacerdote Liche che aveva tradotto la sua proposta all'imponente figura del Re. Un paio di volte il Messo credette di essere preda di uno scherzo di pessimo gusto, il Re era una mummia immobile, e solo quando i suoi occhi brillarono di una luce empia e comandò che aspettasse fuori la sua decisione capì che quell'essere non solo era vivo, ma anche molto pericoloso.

Il sacerdote si avvicinò, l'odore di incenso mascherava un vago odore di cadavere. Per un attimo il messo si chiese quanti anni avesse la vetusta creatura, ma decise che era una curiosità che poteva tenersi per se.
Il Sacerdote parlò, con voce stranamente morbida.


"Il mio Sire, Akenon l'Antico, Signore delle Dune Incandescenti, Custode dei sacri Canopi e Flagello dei Pelleverde ritiene che la proposta del tuo padrone sia interessante."


Il messo riprese colore.

"Quindi accetta di portare le sue armate al fianco di quelle del mio Signore per conquistare il villaggio di Haltestelle?"
 

"Egli ha dato disposizioni di preparare le sue armate. Mentre parliamo i canti dei sacerdoti si sono levati, e le armate immortali si stanno destando. Egli però avverte, se il tuo padrone medita di ingannarlo la sua vendetta sarà implacabile."

"Il mio Signore, Lothar Von Ein è un uomo d'onore. Egli ha visto con i suoi occhi le reliquie del vostro popolo nel museo di Haltestelle, ed è pronto a restituirvele non appena avrà il controllo della città."

"Sarà bene che sia così. Egli vuole anche vendicarsi dei Cavalieri vestiti d'acciaio che secoli fa depredarono le tombe dei suoi antenati."

"Non deve temere, in questo periodo il conte Fabian van der Kloster riceve le delegazioni dei Cavalieri di Bretonnia, con cui ha lontani legami di parentela. Il tuo Sire avrà ampia possibilità di vendicare il torto subito."

"Così sia detto, così sia fatto."
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